mercoledì 12 gennaio 2011

Lavoro, Costituzione e diritti...e il Governo?

Oggi Berlusconi ha dichiarato che, se vincesse il NO al referendum alla Fiat di Mirafiori, Marchionne farebbe bene a spostare l'azienda all'estero. 
Dunque: il paese è in crisi, la gente non sa più dove andare a sbattere la testa e c'è  un uomo potente che ricatta i lavoratori (perchè minacciare chi lavora di spostare l'azienda in un altro paese se non accetta di avere meno diritti è un ricatto) che può permettersi di farlo perché, un altro uomo potente (che dovrebbe governare il paese) lo sostiene.
Come dice Luigi de Magistris "il lavoro non è una concessione che offre chi detiene il potere. Chi governa deve creare le condizioni perché il lavoro sia un diritto" (tutto l'articolo qui) e non è solo lui a dirlo; in Italia abbiamo un pezzo di carta chiamato Costituzione della Repubblica, il cui primo articolo recita "L'Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro", ma la cosa bella è che gli articoli successivi chiariscono ancora meglio la cosa:
"Art. 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società."
E allora, un primo ministro che appoggia una proposta che di fatto priva i lavoratori dei loro diritti, lavoratori che sono costretti ad approvare questa proposta perchè non hanno alternative e non le hanno perchè lo Stato non fa il suo dovere, un primo ministro così, sta rispettando la Costituzione del paese che dovrebbe rappresentare?
E di seguito qualche link ( da Repubblica) per approfondire gli argomenti principali del referendum:

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